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Crocette calabresi
Una bellissima leggenda calabrese, che ancora oggi gli anziani amano raccontare, narra che Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù, un triste giorno, si trovarono costretti a scappare verso l'Egitto per sfuggire alla terribile strage degli innocenti impostada Erode, re della Giudea. Poiché non c'era un rifugio adeguato, quando calò la notte, i tre cercarono riparo sotto un albero di fico. Appena la pianta accolse la Sacra Famiglia, allungò i suoi rami e ingrandì le sue foglie per nasconderla meglio agli occhidei soldati di Erode. Appena sorse il sole, la Madonna uscì dal suo nascondiglio e accarezzando l’albero di fico disse con dolcezza: "Che tu sia benedetto. Ogni anno, per ben due volte, darai i frutti più dolci sulla terra".Da quel giorno, sia all'inizio che a fine estate, il fico produce proprio i dolcissimi frutti che conosciamo e i calabresi,in memoria di questa leggenda, li lasciano essiccare al sole, li preparano a forma di piccole croci in autunno e li mangiano durante le feste di Natale, proprio per festeggiare la nascita di Gesù Bambino.
Ingredienti
- 16 fichi secchi
- 8 noci
- Cannella q.b.
- Miele di Fichi q.b.
- Scorzette di arancio candito q.b.
Preparazione
Per prima cosa ammorbidire i fichi essiccati in acqua tiepida, quindi asciugarli tamponando delicatamente e dividere ogni fico a metà. Importante: le due parti vanno mantenute legate dal picciolo. Incrociare due fichi aperti per formare una croce (da qui il nome della ricetta). Inserire in ogni metà frutto mezza noce. A piacimento, in questa fase possono essere aggiunte anche delle scorzette di arancio candito. Ricoprire la crocetta sovrapponendo altri due fichi aperti allo stesso modo. Fare una leggera pressione per chiudere bene il tutto. Posizionare i fichi in una teglia, cospargerli leggermente con la cannella e infornare per 10 minuti a 180 °C. Quando i fichi avranno assunto un delicato colore brunito, sfornare e lucidare le crocette con una leggera spennellata di miele di fichi. Una volta raffreddate, le crocette di fichi si conservano in vasetti di vetro sterilizzati, in un ambiente fresco e asciutto, per diversi mesi. Si preparano in autunno per essere consumate soprattutto durante le feste natalizie.
Curiosità
Le crocette calabresi, dette in calabrese “i crucetti calabrisi”, vengono così chiamate per il modo in cui sono lavorate, cioè incrociate come fossero una piccola croce. Forse questa idea risale al Medioevo, grazie all’ingegno di alcune monache. Questo dolce viene consumato soprattutto a fine pasto e può essere accompagnato da un buon vino passito o da un liquore secco, tipo grappa.
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