Friselle del Salento Sapori&Dintorni
La "friseddha" salentina ha origini antichissime che si perdono oltre 3000 anni fa a bordo di navi fenicie cariche di merci... e di quelle scure ciambelle di pane di grano biscottato. I marinai le inzuppavano nell'acqua di mare e le condivano con olio di oliva. L'impasto della frisella, composto da farina, sale e acqua, viene portato a lievitazione in panetti piccoli e successivamente cotto. Prima che si raffreddi, il panetto viene spaccato in due e sottoposto a ulteriore cottura (biscottatura), per consentire alla frisella di conservarsi più a lungo. Quando si mangia la frisella deve "rozzulare" sotto i denti. Morbida sì ma anche croccantina, la ricetta tradizionale è semplice e genuina. Mettere un po' d'acqua dentro a un piatto e adagiare la frisella capovolta, lasciarla a bagno per 1/2 minuti (più o meno croccanti in base al proprio gusto). Sgocciolarla, disporla in un piatto e ricoprirla con pomodorini a ciliegino, spremuti e strofinati sopra. Condire con olio extravergine di oliva, sale e origano. Fare riposare prima di mangiarla. Oltre al modo tradizionale, la frisella può essere condita attingendo a piene mani dalla vostra fantasia: funghi, olive, aglio o melanzane. La frisella del Salento saprà adattarsi senza perdere nulla della sua personalità.